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22 - 26/10/2025
Personale di Alberto Trapani, Tout Près de Toi, una riflessione sul gesto del cucire come atto di prossimità, cura e ascolto.

Il titolo, che in francese significa così vicino a te, racchiude l’essenza di una ricerca che da oltre trent’anni intreccia materia e tempo. Trapani lavora con tessuti riciclati, cuciture visibili e fili di recupero, trasformando lo scarto in presenza, il frammento in racconto. Nei suoi pannelli, negli abiti sospesi e nei tessuti aggregati, la mano non nasconde il lavoro ma lo mostra: ogni punto è una preghiera laica, un ritmo che misura il tempo giusto del fare.

L’opera storica Verde per Verde eseguitq negli anni novanta apre il percorso come dichiarazione d’intenti: ricucire il simile al simile, il gesto al pensiero, il mondo alla sua materia. In Tout Près de Toi, l’artista costruisce un paesaggio di prossimità fatto di fibre e respiri, dove l’arte diventa pratica di attenzione e il cucito si fa linguaggio universale, discreto, necessario.

Tout Près de Toi, tutto vicino a te - è un titolo che parla di prossimità e di intimità: la vicinanza come forma di conoscenza, il contatto come linguaggio dell’anima. Nell’opera di Alberto Trapani, questa vicinanza non è solo tema ma condizione del fare: un essere accanto alle cose, ai materiali, al tempo stesso fragile e sacro del gesto.

Per raccontare questa mostra, la curatrice sceglie tre parole antiche, Τέλος (Telos), Καιρός (Kairos) ed Εὐχή (Euche’), come chiavi di lettura poetiche e filosofiche.

Τέλος (Telos) significa compimento, fine ultima, ma anche scopo dell’esistenza. In Trapani, il telos non è un punto d’arrivo ma un processo continuo di trasformazione: il cucire, il riparare, il ricomporre sono gesti che non concludono ma prolungano la vita delle cose. Ogni filo è un atto di compimento parziale, un ritorno al tempo lento del fare, dove il fine coincide con l’essere nel gesto.

Καιρός (Kairos) è il tempo giusto, il momento propizio: l’attimo in cui qualcosa può accadere. Nei lavori di Trapani, il kairos è la sospensione del tempo quotidiano, il ritmo interno del cucire che crea uno spazio di presenza assoluta. È il tempo del corpo che ascolta la materia, che attende la risposta del tessuto, che si lascia guidare dal suo respiro.

Εὐχή (Euche’) è la preghiera, il desiderio pronunciato con attenzione e fiducia. In Trapani, la preghiera è la cura stessa del fare: il cucire come invocazione silenziosa, come atto di gratitudine verso ciò che esiste. Non un gesto religioso, ma un rito laico del contatto e dell’ascolto, una spiritualità dell’immanenza che si manifesta nel quotidiano.

Nella mostra Tous Près de Toi, i tessuti cuciti, stratificati e riaggregati diventano mappe tattili della vicinanza: corpi di materia che respirano, che conservano tracce di esistenze precedenti e si offrono al presente come luoghi di relazione. La stoffa è pelle, il filo è il legame che unisce ciò che è stato e ciò che ancora può essere.

Per la curatrice, le opere di Trapani portano verso il Telos, si manifestano nel Kairos, e si compiono nella Euche’. In esse, l’arte è un atto di prossimità radicale: una preghiera del fare, un tempo giusto che riconsegna alla materia la sua dignità di esistere.

Tout Près de Toi è dunque un’esperienza di intimità e distanza, un invito a guardare e ad abitare il tempo con la materia. In questa prossimità tra l’artista, la stoffa e chi guarda, l’opera diventa un luogo di incontro: fragile, necessario, umano.

Alberto Trapani nasce nella provincia di Cuneo. Fin dagli anni Novanta la sua ricerca indaga il rapporto tra materia, gesto e natura, attraverso un linguaggio che unisce rigore concettuale e sensibilità poetica. La sua opera più antica, Verde per Verde pone le basi del suo percorso, introducendo il colore come principio di rigenerazione e ritorno.

Tra i lavori più rilevanti:
Verde per Verde (1990), opera fondativa;
Ce la faccio, ce la posso fare (2003), installazione in legno sulla casa come archetipo;
Cristu ed na Madona (2004), dialogo tra legno e memoria;
Ad ognuno il suo (2004), gesto performativo sui confini dell’appartenenza;
Continuità Naturali (Fondazione Casa Delfino, 2005, con Domenico Olivero), dialogo tra artificio e paesaggio.

Le sue opere sono conservate presso l’Archivio Viafarini di Milano e in collezioni private. La sua poetica centrata sul gesto del cucire come atto di preghiera laica e forma del tempo lo colloca tra le voci più coerenti della ricerca italiana contemporanea sul rapporto fra arte, cura e materia.


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